Ed egli te ne compensò, bionda Laura, con munificenza più che da re, da nume: perchè ti diede l'Immortalità!
MARIA ANTONIETTA.
Ha detto Guyau «L'art c'est de la tendresse»: e la tenerezza è quella che mi guida, mentre la mano mi trema di commozione, a tracciare un profilo di Maria Antonietta, quale esso fluttua nella mia mente, e ch'io vorrei saper rendere visibile altrui, puro di linee, delicato di colore, sintesi adorabile di tutti i ritratti ch'io ho fino ad ora veduti di lei, fatti dalla penna o dal pennello, e pure da tutti un po' dissimile. Una intera letteratura ha fiorito e fiorisce sopra Maria Antonietta, la quale ha dopo morta, da un secolo e più, adoranti idolatri, detrattori crudeli e instancabili: così, come ebbe in vita. Nè da viva nè da morta, sicuro indizio, questo, del suo valore, ella non inspirò mai l'indifferenza: ma amore profondo o immenso odio: e sul suo bellissimo capo biondo, benchè staccato dal corpo, durano ancora le tempeste: almeno quelle della discussione.
Eppure a me sembra che da tutta quella letteratura, la vera, la sincera figura morale di questa donna non sia ancora balzata fuori, veramente viva, fin qui. L'odio ce ne ha date caricature mostruose ed assurde; gli apologisti volendo ad ogni costo difenderla hanno fatto, a somiglianza degli avvocati di tutti i tempi, della retorica spesso inutile, qualche volta dannosa; sì che, volendo fare di lei una donna perfetta, pura di tutti i difetti, ricca di tutte le virtù, l'hanno messa fuori dell'umanità: e, ciò che di più m'accora, le hanno tolto il suggello della sua personalità adorabile.
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