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      Ma riprendiamo, ancora per un poco, il nostro inseguimento, e sorprendiamo la Regina in una delle sue maggiori follie, di quelle su cui la calunnia ha tramate le più mostruose fiabe. Una delle più sincere passioni della giovane sovrana è il ballo: ella ballava per l'unica, immensa gioia di ballare, giovanilmente, spensieratamente, con la sincerità d'entusiasmo che metteva nelle sue passioni, danneggiando spesso se medesima, presso i malevoli, con quella sua fatale imprudenza che le faceva dire, per esempio, al ministro della guerra di non allontanare da lei certo reggimento che le forniva ballerini impareggiabili; o la induceva a concedere l'ambito onore di ballare con lei a giovani stranieri, espertissimi nella danza, piuttosto che a personaggi di qualità che avrebbero avuto il diritto di essere preferiti.... ma che ballavano come orsi! Così nascevano le leggende: per esempio quella dei «cavalieri britanni» preferiti dalla Regina!
      Anche nel ballo ella metteva un suo fascino amabilmente personale. Orazio Walpole diceva: «On dit qu'elle ne danse pas en mesure: mais alors c'est la mesure qui a tort!». E dove si svolgono le note d'un minuetto o d'una gavotta, ella accorre, inebriata come dall'onda di un liquore che monti sottilmente al cervello....
      Questa volta ella è ad un ballo mascherato, nella sala dell'ambasciatore del re di Sardegna. Ella ha celata la sua alta persona in un ampio «domino» di raso bianco, perfettamente uguale ad alcuni altri indossati dalle sue dame: e forse il meditato inganno riuscirebbe.


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Femminismo Storico
di Sfinge
Editore La Poligrafica Milano
1901 pagine 117

   





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