La seconda manifestazione della duplice personalità di Maria Antonietta, che integra la sua figura morale fino ad elevarla all'eroico della vita, adombra, intenebra, assorbe quasi la regina di Versailles e di Trianon, così cara a me a malgrado (non forse per essi?) de' suoi difetti: così che, quando m'imbatto ancora, ne' giorni del suo cordoglio, in certi tratti che mi fanno esclamare: «eccola, è lei!», io godo ancora sinceramente, e mi riesce ancora di sorridere, in mezzo alle lagrime!
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Le ultime evocazioni ce la mostrano nelle diverse tappe, le più memorabili, della sua «Via della Croce»; e vedremo campeggiare la sua figura, sul lugubre quadro, nero di minacce, rosso di sangue, avvolta sempre da un fascio di pura luce: luce non più soltanto di grazia, ma di eroica virtù.
Il 5 d'ottobre, la prima tappa verso il Calvario; il popolo scatenato, povera gran bestia oppressa da secolari sofferenze, urla sotto le finestre della Reggia, minaccioso, terribile. Le furibonde femmine mettono nel tumulto la nota più crudele: l'odio per l'«Austriaca» eccita i nervi di quelle martiri secolari, empie di bestemmie le loro fameliche bocche. Si vuole che la Regina si presenti al balcone.... non già, ahimè, per applaudirla freneticamente, come in altri tempi.... Ella appare, nel gruppo biondo de' suoi figliuoletti! «Pas d'enfants!»: è il grido terribile, gravido di minacce. La famiglia, la Corte, tentano trattenere la Regina, che un così palese pericolo minaccia. Ma ella si svincola e, sola, nel grande vano della finestra che la incornicia, illuminata da un raggio di sole, superba e magnifica, si presenta al popolo urlante.
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