.. Così ella sceglie, nella meschina guardaroba, (oh vesti d'azzurro e d'oro, oh molli lini che avvolgeste le belle membra della più squisita regina d'Europa!) i pochi cenci bianchi che debbono comporre la sua ultima vestizione. Oh non certo coprì l'abito vile tanta nobile luce!
Da se medesima recide la chioma odorante, la maggior gloria di bellezza che la «petite rousse» avesse portata, ventitrè anni prima, d'in su le umide sponde del Danubio, e le belle piccole mani legate dietro la vita, ritta e superba, ella scende le buie scale della sua ultima dimora quaggiù....
Sono le 11: la carretta tirata dal cavallo bianco è pronta. Ella vi sale senza alcun aiuto, e siede, secondo le viene indicato, volgendo le spalle al cammino da percorrere.
Nessuna Regina, nella pompa di terrena gloria, fu mai altrettanto magnificamente fiera!
Un prete-giurato l'accompagna, seduto a' suoi piedi: il boia, Sanson, non osa coprirsi il capo.... E il lugubre corteo s'incammina: e va, va, lentamente. La guardia nazionale fa ala, e trecentomila persone sono nelle vie, insultanti, in preda a uno di quei parossismi di ferocia collettiva che trova solo nella patologia qualche attenuante.
La vastità del dolore supera qualche volta i confini dell'anima, così che sotto il troppo grave pondo, a lei riesce di addormentarsi in una specie di inconscienza che le impedisce quasi di soffrire. Questo deve essere avvenuto nella psiche di Maria Antonietta: chè, se perfettamente consciente, la sua grandezza morale sconfinerebbe dall'umanità.
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