Non già ch'io voglia scusare il signore di Treviso, che resta sempre a' miei occhi, e credo anche a quelli degli altri, l'opposto di un gentiluomo e di un galantuomo, ma mi ripugna di pensarlo il vero e solo fattore dello stato d'animo di una valorosa donna che onorò il nostro sesso, a malgrado del suo errore e della sua adorazione per un falso e bugiardo Nume.
Ed ora mi piace por fine al mio dire con l'epigrafe che Gaspara per se stessa scrisse e che volle incisa su la tomba che l'accolse, morta d'amore e di dolore appena trentenne:
«Per amar molto ed esser poco amata
«Visse e morì infelice, ed or qui giace
«La più fedele amante che sia stata.»
GIORGIO SAND.
(1804=1876).
Io non so, o almeno non ricordo, che cosa pensino i così detti anti-femministi di Giorgio Sand: ma voglio sperare che il lieve sorriso di scherno uso a fiorire su le labbra mascoline in cospetto delle manifestazioni dell'ingegno femminile, non abbia, almeno per questa volta, il coraggio di spuntare, e che ogni spirito superiore riconosca, nello spirito di Anna Dupin, baronessa Du Devant, senza restrizioni, un fratello. E di questo vostro fratello, o signori, che appartenne al nostro sesso, sia a me permesso ragionare un poco, con legittimo orgoglio: e a chi mi osservi che si tratta di una eccezione, di una specie di fenomeno, io risponderò (giacchè al pregiudizio bisogna pure concedere qualche cosa!) che basta un'eccezione per provare che una regola può essere modificata: e mi metto subito a considerare da tutti i lati il fenomeno, come i banditori, nelle pubbliche piazze, all'ingresso delle baracche, fanno al pubblico domenicale.
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