...
Per dare un esempio, nella bella, ampia e folta corona de' suoi romanzi che chiamerò del sogno «Lelia, Consuelo, Indiana, Mauprat, Villemer, La mare au diable, La petite Fadette (i due deliziosi racconti campestri che poetizzano la diva natura, tanto calunniata, appresso, dai naturalisti)» che posto si deve assegnare al romanzo «Elle et lui», in cui scorre il miglior sangue di un bene inteso verismo? Pare, questa semplice accorata storia, uscita dalla penna moderna di un alunno del naturalismo: Guido di Maupassant, colui che vedeva l'«umile verità» e che la comunicava a noi, nei segni della sua arte commossa di vere lagrime!
A me dispiacciono, in arte, le formule, le definizioni, le sette, che ne suddividono il campo unico: c'è un'arte sola, come c'è un solo Dio. Ma poichè si deve, se non altro per consuetudine, ascrivere all'idealismo il nome glorioso di Giorgio Sand, dirò che il suo idealismo fu sano e gagliardo, e che i suoi «eroi», anche se abbiano il capo circonfuso di celestiale atmosfera, sono sempre in piedi, bene appoggiati su la terra.
Ho detto che voglio passare sotto il mio esame la donna meravigliosa, da tutti i lati, e mi preme mantenere quello che ho detto. Avrò in tal modo occasione di dire il mio pensiero anche sul lato più discusso e meno ammirato (con ragione) della grande scrittrice francese: la sua vita privata. Senza dubbio, pur gettando via la zavorra di molta calunnia, nata da molta invidia (avrebbe potuto, ahimè, essere altrimenti?) restano nella vita agitata di Giorgio Sand parecchie cose che noi non esiteremmo a battezzare di ben gravi colpe, incontrandole nella vita di una donna mediocre, e che anche nella vita di questa Vincitrice vorremmo, di preferenza, non trovare.
| |
Consuelo Indiana Mauprat Villemer Fadette Guido Maupassant Dio Giorgio Sand Giorgio Sand Vincitrice
|