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      Ah ben tutt'altra cosa è a questo mondo, o dolci amanti ideali del grande Alfredo, l'ammirare un sovrano artista, l'amarlo nelle sue opere, il collocarlo sopra un alto piedestallo come un Nume, dal conoscerlo da vicino, sceso dal suo ideale trono, sparita la provvida lontananza e dileguata la nube che lo avvolgeva! C'è spesso tra l'uomo e le sue opere un tale dissidio, una tale discordia sostanziale e irrimediabile che la disillusione, la più amara, dilania il cuore di chi assiste al doloroso spettacolo.
      Mettiamoci per un momento solo in luogo di Giorgio Sand, e tentiamo figurarci il cantore delle Notti e delle Romanze spagnole, mentre torna a casa, dopo un'orgia, ebbro, barcollante, livida e contratta la bella faccia, canticchiando canzoni oscene, gettando in faccia ad una donna come Giorgio Sand, che per lui ha lasciato tutto, i suoi figli, il benessere materiale, la gloria!, le sue ignobili infedeltà! Certo la persuasione ch'egli fosse veramente un anormale, malato di epilessia, alcoolizzato dai torrenti di Champagne nei quali annegava la sua invincibile tristezza, deve averle suggerito il coraggio di perdonargli, giacchè noi sappiamo, dalle sue lettere pubblicate, ch'ella gli perdonò: ma che ella fosse ben presto guarita, per virtù di quello che sofferse, del suo tempestoso amore, non potrà, io credo meravigliare nessuno. È vero ch'ella aveva un giorno detto: «L'amour est un temple que bâtit celui qui aime à un objet plus ou moins digne de son culte, et ce qu'il y a de plus beau dans cela, ce n'est pas tant le Dieu que l'autel». Ma se proprio l'amore debba diventare tutto altare, senza Nume, allora la religione inevitabilmente si spegne!


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Femminismo Storico
di Sfinge
Editore La Poligrafica Milano
1901 pagine 117

   





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