13, che morta la donna, la casa si chiama imperfetta e guasta, ma essendoci quella, ella è integra e perfetta.
Cap. 5
Che la moglie è cosa gioconda e soave all'uomo
Scrive Secondo filosofo appresso Laerzio, dove egli tratta della Vita e costumi de' filosofi, che la moglie è un peso gravissimo e una continua mo[10r]lestia all'uomo. Ma contra questo filosofo (se filosofo merita esser chiamato chi dice il falso) assai risponde Giovanni Stobeo nel Sermone 65 dicendo: "Assai mi son maravigliato di quelli quali istimano che il vivere e il stare con la moglie sia cosa grave e molesta, imperoché la moglie non è peso overo molestia all'uomo; ma per contrario, facilmente e senza fatica alcuna ella si può sopportare: anzi ch'ella scema e in tutto rimove le cose moleste e gravissime, perciò che non è cosa tanto grave che la moglie e il marito che siano concordi facilmente non faciano"; nel qual luoco finalmente dimostra egli che il marito è cagione di ogni incommodo che per causa della moglie egli provi.
Cap. 6
Che le donne non sono loquace né mordaci
Plauto, nella comedia detta Aulularia, introduce una donna che di se stessa e dell'altre donne dice [10v] che esse sono molto loquaci. Riferisce poi il Babellio, appresso Andrea Tiraquello nelle Leggi congiogali, che è proverbio cantatissimo appresso Germani che tre donne fanno una fiera, nato dalla garrulità e cianciume loro; la qual cosa è paragonata alla fiera e mercato dove è grandissimo strepito per le molte parole de' compratori e venditori.
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