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      Ma Giovinale, poeta satirico e mordace, nella Satira 6 più d'ogni altro tassa la garrulità delle donne, dicendo che esse di ciance e di chiacchiere vincono i procuratori, i grammatici, gli oratori, i trombetti e ogni altra turba di persone, e che le trombe, li baccilli e le campane non fanno tanto strepito quanto esse con le loro molte parole. Io nondimeno crederò che la natura, madre di tutte le cose, benissimo anco difenderà quelle da questa falsa e brutta infamia: la qual dimostrando che la loquacità è propria de gli uomini e non [11r] delle donne, lo manifesta anco massimamente nelle cicalle, le quali, essendo strepitose e molestissime, nel suo cicallare, di tutti gli animali, hanno fatto luoco al proverbio, che si dice a uno che abondi di cianciume e sia strepitoso col suo chiacchierare, che egli è una cicalla; ma che solo le cicalle maschie e non le femine cicallino e gridino, Aristotele, lib. 5 Della natura de gli animali cap. 30, lo scrive. Parimente li rosignuoli femine non cantano, né li gardelini, né molti altri uccelli quali lungo sarebbe raccontare; ma che le ciance e il mordace parlare sia proprio de gli uomini e non delle donne credo che i molti essempi de gli uomini loquaci e mordaci chiaramente lo dimostrano.
      Tantalo, per cominciar da questo, per causa della sua loquacità e ciance avendo rivelato li segreti de li Dei a gli uomini, fu condennato allo [11v] inferno: Ovidio, Metamorfosi.
      Dafita grammatico fu posto in croce sul monte Torace perché con sue mordaci parole e versi avea offeso il re Attalo: Valerio Massimo lib.


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La difesa per le donne
di Vincenzo Sigonio
pagine 140

   





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