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      Ma perché egli con un picciolo naviglio ciò facea, egli era chiamato corsalle e ladro, e perché Alessandro perseguitava tutti con una grossa e grande armata e infinita moltitudine di gente, egli era chiamato re e imperatore; [23v] imperoché non era differenza alcuna tra loro, se non perché la necessità sforzava il corsalle, e la cupidità e avarizia grande Alessandro. E che Alessandro Magno fosse ladro, oltre questo anco lo dimostra Giovanni da Valenza nella sua Summa nel capo della giustizia, e l'Antonina, parte 2, tit. 1 dell'avarizia, cap. 12.
      Ladri furono, come è scritto nel libro de' Giudici cap. 7 e cap. 8, Oreb, Zeb, Zebec e Salmana capitani de' Madianiti; ma da Gedeone solo con trecento soldati furono uccisi con gli esserciti loro, quali erano cento e venti milia, perciò che la mano di Dio favorisce quelli che castigano i ladri.
      Racab e Baana furono prìncipi di ladroni, e avendo essi uccisi Isboseth figliuolo di Saul, e portando il capo di quello al re David, credendo essi fare cosa grata a quello, furono per commandamento di esso re David uccisi, e tagliategli le mani e [24r] piedi li fece impiccare sì come meritano i ladri: lib. 2 de li Re cap. 4.
      Dionisio siracusano non solo fu ladro ma anco sacrilego, il qual spogliò e rubò le chiese e sacri altari: Valerio Massimo, Strozza il padre.
      Brenno capitanio di Francesi, entrato nel tempio di Apollo per rubar e spogliar quello, per l'ira di quello s'uccise: Valerio Massimo.
      Fulvio, avendo rubato e portato in Roma dal tempio di Giunone Lacinia alcune pietre di marmore, divenne pazzo: Valerio Massimo.


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La difesa per le donne
di Vincenzo Sigonio
pagine 140

   





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