Ma per contrario vediamo quanta impietà e crudeltà sia stata ne gli uomini, e quante sceleranze per causa di quella siano state da loro commesse.
Lucio Silla, per cominciare da questo, fu uomo crudelissimo e insanguinò del sangue civile non solo Roma ma anco tutte le parti dell'Italia. Egli fece mozzar la testa a quattro legioni della fazione contraria, le quali gli addimandavano misericordia. Comandò egli che i Prenestini, poi che si detero a P. Cetego, fossero uccisi fuori delle mura e che i corpi loro fossero sparsi per i campi; per la quale [29v] crudeltà perirono cinque milia uomini. Quattro milia e settecento uccisi per comandamento di quello furono portati in publico, acciò che tal crudeltà mai uscisse della memoria agli uomini. Non sacciato della uccisione degli uomini, cominciò incrudelirsi verso le donne. Fécessi portare i capi de molti per sacciare in veder quelli la sua grandissima severità e ferigna crudeltà. Non prima egli spogliò di vita M. Mario pretore, che non li cavasse gli occhi e li rompesse tutte le parti del corpo; subito egli uccise M. Pretorio, perché egli era caduto morto vedendo il supplicio di M. Mario. Né li bastò usare la crudeltà contra i vivi, che anco egli usò quella contra i morti: imperoché egli sparse nel fiume Aniene le cenere di Gaio Mario: Plutarco, e Valerio Massimo lib. 9, cap. 2.
Gaio Mario, dopo l'essilio fatto signore di Roma, subito voltò l'animo, insieme con Cinna, Carbone e Sertorio, alla uccisione de li principali. Espose la testa di Ottavio console nei rostri, pose il capo d'Antonio consolare alle mense, tagliò a pezzi Cesare e Fimbria in casa loro; il padre [30r] di Crasso e il figliuolo, l'uno riguardando l'altro, furono da lui uccisi; Bebio e Numitorio furono, per comandamento di quello, con graffi per mano de' carnefici tirati per mezzo la piaccia; Catullo, avendo inghiottito ardenti carboni, si liberò dalle mani di quello; Arcario e Merula, sacerdoti di Giove, furono da quello uccisi; li quali essempi di crudeltà egli finì dal primo di genaio insino a li tredeci del medesimo: Valerio Massimo lib.
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