9, cap. 2 e Plutarco.
Numacio Flacco, difensore del nome pompeiano, assediato da Cesare in Spagna e inchiuso nelle mura della città Antinguensia, fece uccidere e precipitare dalle mura tutti quelli che egli avea inteso che favoreggiavano Cesare; parimente egli fece uccidere le donne, con i figliuoli insieme, di quelli che erano della fazione di quello; altri fanciulli alla presenza de i padri loro fece sepelir vivi, e altre crudeltà grandissime in quella città furono da questo scelerato commesse: Valerio Massimo lib. 9, cap. 2.
Li Cartaginesi con nuovo modo di crudeltà mostrarono quanta empietà e crudeltà fosse negli animi loro, imperoché in [30v] una botta piena di chioddi chiusero Attilio Regolo, avendogli prima tagliato le palpebre de gli occhi, e ivi lo fecero morire rivolgendo la botta acciò che i chioddi si ficcassero nella vita di quello: Valerio Massimo lib. 9, cap. 2.
Annibale poi, capitanio di questi crudelissimi Cartaginesi, fece nel fiume Gelo un ponte di corpi morti, e su quello passò l'essercito: Ovidio in Ibim.
Il medesimo Annibale facea tagliare la prima parte de li piedi a li soldati romani quali, per il viaggio stracchi, da lui erano fatti pregioni; quelli poi ch'egli conducea nel campo costringea combattere insieme, congiongendo li fratelli e i propinqui insieme, né sodisfacea alla sua crudeltà prima che fossero stati tutti venti da uno: Valerio Massimo lib. 9, cap. 2.
Mitridate re di Ponto con una lettera comandò che fossero uccisi ottanta milia soldati romani, quali erano dispersi per l'Asia; il medesimo fece disfare l'oro in gola ad Aquilio Capitanio da lui preso: Valerio Massimo lib.
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