Fece uccidere Seneca suo precettore, uccise molti ricchi quali erano stati a lui fedelissimi, fece cavare gli occhi a un giurisconsulto. A un certo polifago di nazione di Egitto, quale era solito mangiar carne cruda, dava gli uomini vivi quali egli squarciasse e mangiasse. Non ebbe rispetto al popolo né alla città, imperoché accese il fuoco in quella sì come offeso dalla bruttezza de li palazzi e edificii di quella; il qual incendio egli con lieti occhi risguardava stando nella torre di Mecenate, e non permesse che alcuno andasse a cavar cosa alcuna fuori delle sue [33v] case nelle quali era il fuoco acceso: Svetonio nella Vita di quello.
Tiberio Nerone terzo imperatore romano a varii modi afflisse li tre suoi nipoti figliuoli di Germanico, Nerone, Druso e Gaio: imperoché costrinse Nerone alla morte, mostrandogli il carnefice i lacci, i graffi e i rampini da sospenderlo e stracciarlo; Druso di sì fatta maniera fu poi da lui trattato che, posto nella parte più bassa del palazzo, privato de li cibi necessari, cercò con la coltra del letto affogarsi. De li venti uomini patricii quali egli avea eletti per causa del consiglio, a pena due o tre lasciò liberi, avendo fatto per diverse cause uccider gli altri; costrinse alla morte Selano grammatico; nessuna giornata egli ebbe mai tanto religiosa e sacra che cessasse di fare uccidere uomini. Accusò e condennò molti insieme con le moglie e figliuoli loro; proibì che nessuno parente piangesse quelli che egli facea uccidere. Molti, citati da lui a difendersi, parte si ferirono in casa, e parte [34r] nel palazzo si avelenarono, quali nondimeno egli, intendendo il fatto, facea strassinare in pregione ancora che fossero come morti.
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