4 cap. 6.
Ipsicratea fu in ogni pericolo della guerra compagna e fidelissima scorta al re Mitridate suo marito, e lo seguitò armata, e si tagliò i bei capelli e bionde treccie per poter meglio portare l'elmo: Alberto de Eib nella Orazione delle donne illustri, e Valerio Massimo lib. 4 cap. 6.
Il Sasso grammatico dice che Gunilda fu una certa donna la qual, vedendo l'essequie di Asmondo suo marito, con le proprie mani s'uccise.
Giulia figliuola di Cesare e moglie di Pompeio, avendo vista la vesta di suo marito imbrattata del sangue d'alcuni li quali appresso Pompeio s'aveano feriti, da subita paura presa e quasi morta [40r] cadete in terra, e per tal perturbazione fece il parto immaturo: Plutarco, Alberto de Eib nella Orazione delle donne illustri e Valerio Massimo lib. 4 cap. 6.
Artemisia regina di Caria, essendo restata viva dopo Mausolo suo marito, visse sempre in perpetuo pianto e dolore, dal qual finalmente vinta e atterrata, con la morte seguitò il marito; dell'amore della quale verso quello assai abastanza ne fa fede la miracolosa sepoltura la quale ella fece a lui morto, e parimente le ceneri di quello da lei bevute: Valerio Massimo lib. 4 cap. 6.
Cama si maritò in Sinorito; Sinorige giovine potentissimo s'innamorò di quella, e avendo fatto uccidere occultamente Sinorito, cominciò solecitar Cama per averla per sua moglie. Ella, acciò che potesse vendicare la morte del marito, dissimulò il dolore e li dete speranza delle nozze; finalmente ella fece venire Sinorige a sé nel tempio della dea [40v] Diana, sì come che ella volesse che quella fosse testimonio del suo matrimonio; e stando ella appresso all'altare, sì come che ella volesse sacrificare alla dea, bevete il veleno in una tazza preparato, e poi anco ne dete a Sinorige.
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