63, parlando medesimamente di Cristo, dice: "Questo è bello nella sua vesta".
Platone poi nella Pistola a Dionigi re affermò che Dio è causa di tutte le cose belle, sì come fonte e origine di tutta la bellezza.
Ma altrove e spesse volte le sacre lettere col titolo e nome di bellezza laudano molto le donne illustri e di pudicizia e di tutte l'altre cose ornatissime: il che si può vedere in Sara, Rebecca, Rachele, Abigail, Sosanna, Giudith, Ester, nelle figliuole [51r] di Giobbe, le quali Dio diede a lui in luoco di tutti quelli che gli erano morti, e in molte altre.
Ma anco esse sacre lettere ornarono del medesimo titolo gli uomini: perciò che si legge nel Genesi, cap. 36, di Gioseffo, il qual fu di bellissima faccia e aspetto divino, né senza causa, perciò che la bellezza esteriore dell'uomo mostra, rappresenta e isprime la bellezza interiore dell'animo e, come dice Santo Ambrosio nel lib. 2 Delle vergini, la bellezza del corpo è un simolacro della mente e una figura di somma bontà. E similmente Socrate, in Fedro di Platone, accenna che la bellezza del corpo sia argomento di buona mente. Quello poi che fece quello Panegirico a Costantino il cui principio è Facerem sacratissime Imperator dice: "Non senza causa gli uomini dottissimi dicono che la natura istessa misura nelle gran menti de i corpi degna abitazione, e dal volto dell'uomo e dalla bellezza de i membri si può giudicare quanto spirito celeste vi sia intrato ad abitare".
Per il contrario poi la bruttezza del corpo dicchiara parimente [51v] la bruttezza dell'animo, perciò che rade volte in un corpo deforme e brutto abita nobile e bell'animo e, come dice Aspasio, non è possibile che quello che è brutto sia parimente buono.
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