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      2 Delle leggi.
      Tigillino fu un certo ribaldo di vita molto disonesta, il quale perciò ottenne molti favori da Nerone: Cornelio Tacito lib. 17.
      Ostio fu un certo principe, nel tempo di Augusto, di vita inonestissima e alla libidine deditissimo; per la quale libidine fece cose tanto brutte e inoneste che non sono da essere né scritte né dette: Seneca lib. 1 delle Questioni naturali.
      Nerone, oltre gli innumerabili altri suoi vici, anco di [80r] libidine fu molto notato, imperoché il ribaldo amò Rubria vergine vestale, né in questo finì la sua libidine, perciò che anco amò la madre inonestamente; facea, il scelerato, anco ligare uomini e donne ignude ad alcuni legni acciò che egli avesse maggior diletto nel mirare quelli. Si maritò il poltrone in Dotiforo, sì come anco egli avea fatto in Sporto suo liberto: queste cose sono scritte da Tranquillo, e della mostruosa e sfrenata libidine di questo ribaldo abondantemente anche scrive Cornelio Tacito nel lib. 17.
      Ma chi non averebbe veduto volentieri Sardanapalo re de gli Assirii vestito in abito feminile, avendo deposto l'abito regale e lasciata la cura del regno solo per provare meglio i piaceri libidinosi? Chi non giudicherà che egli fosse stato più tosto degno d'un laccio che della corona regale? Di questa bestia scrive Trogo Pomponio lib. 1 e Cicerone lib. 5 delle Toscolane.
      Un altro fatto d'un giovinetto atteniese, qual potremo chiamare balordo e affatto fuori di seno, si legge appresso [80v] Celio Rodigino nel lib. 7, cap. 32, il quale è questo: era in Atene una statua della Fortuna; il giovine del qual ragionamo di maniera amò quella che più volte l'abbracciava e la bacciava, laonde di giorno in giorno per causa di detta statua il poverello dileguandosi andete al senato, pregandolo che li volesse concedere quella perché egli era preparato di dargli una grandissima quantità di danari; nella qual cosa avendo egli avuto la repulsa dal senato, appresso quella con le proprie mani s'uccise; laonde si può vedere se costui era niente libidinoso, amando una statua.


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La difesa per le donne
di Vincenzo Sigonio
pagine 140

   





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