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      Antonio Caracalla fu di tanta libidine che, non avendo risguardo né a leggi né a costumi, non si vergognò pigliar per sua moglie Giulia sua madregna: Elio Sparziano.
      Orfeo, come scrive Celio Rodigino lib. 8 cap. 30, fu inventore della libidine che s'estingue col fuoco, laonde, sprezzando egli le donne, fu dalle menadi ucciso: Ovidio, Metamorfosi, lib. 10.
      Cesare sarebbe stato ornato di tutte quelle cose che si convengono [81r] a un perfetto uomo, se egli avesse avuto più a cuore la pudicizia; ma di modo ebbe quella in pocca stima che Curione il vecchio, in una sua orazione, lo chiamò uomo di tutte le donne e donna di tutti gli uomini: donde che Svetonio, nella Vita di quello, lo riprende molto di libidine.
      Bagoa, giovinetto persiano, fu amato inonestamente da Alessandro Magno, donde che Orsino, uno de' Persi, uomo nobilissimo, dando molti presenti ad Alessandro e agli amici di quello, niente mai donò a Bagoa; e essendogli addimandata la causa, rispose che egli amava e onorava gli amici di Alessandro, ma non le meretrici: Celio Rodigino lib. 8 cap. 30.
      Scrive Valerio Massimo, Delle morti non volgari, che Pindaro, principe de' poeti lirici, fu ritrovato morto nella scuola in braccio a un putto quale egli amava grandemente.
      Giustino nel lib. 22 dice che Agatocle, tiranno di Sicilia, nella sua giovanile età fu del suo corpo inonestissimo e impudicissimo in tutti i modi. [81v]Pausania, capitanio de' Lacedemoni, amò inonestissimamente Argillo giovine bellissimo: Celio Rodigino lib. 16 cap.


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La difesa per le donne
di Vincenzo Sigonio
pagine 140

   





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