9, e Guielmo di Benedetto nella sua Repetizione, cap. Rainutius, nella dizione Duas habens filias, nel principio Extra de testamentis.
Camilla, regina de' Volsci, dalla infanzia istessa dal padre Metabone fu allevata e nodrita nelle selve, e fatta grande, sprezzate le cose donnesche, cominciò usar l'arco e ferire animali; alla cui virtù virile aggionse lo studio della virginità. Finalmente, nata la guerra fra Turno e Enea, si pose con i Rutuli e fu condutrice de uomini a cavallo; la virtù della quale cantò Vergilio lib. 7 dicendo: [89r]
Dopo questi vi gionse anco Camilla
delle genti de' Volsci alta guerriera,
guidando seco cavaglieri e altresquadre d'arme lucenti. Ella le mani
non avea feminili alla canocchiaavezze o a i lanifici di Minerva,
ma la dongella usata era patiredure battaglie, e col veloce corso
d'i piedi suoi passato avrebbe i venti.
Ella volato avria sopra le cimedi non toccate biade, senza offesa
alle tenere spicche punto fare,
con lieve corso, over per mezzo il marecaminata sarebbe quando è quieto,
e non avrebbe le veloce piantid'acqua bagnate.
Di questa anco narra Felippo Bergomense lib. 4 delle sue Croniche, e Guielmo nel sopra detto luoco.
Tomiri, regina de' Sciti, udita la morte delli suoi e dello [89v] unico suo figliuolo, poste da parte le feminili lagrime, condosse Cirro, potentissimo re de' Persi, alle stretture de li monti, e ivi valorosamente combattendo lo privò di vita insieme con duecento milia soldati: di questo magnanimo fatto è autore Erodoto lib. 1, dove egli non la chiama regina de' Sciti ma regina de' Messagetti; nondimeno che i Sciti s'intendino per li Messagetti lo dimostra Strabone nel lib.
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