Armito e Cianippo siracusani, bevendo oltre misura, divenero ubriacchi e viciarono le proprie figliuole: Plutarco.
Promaco fu un uomo bibacissimo, al quale Alessandro Magno donò una corona perché nel certame del vino egli avea avuto la vittoria: Plutarco.
Oloferne, grandissimo capitanio, essendo ubriacco, fu da una donna ucciso, e il capo di quello fu portato nel campo de gli Ebrei da quella.
Settimo Severo imperatore, avendo troppo avidamente empito de vari cibi il suo corpo, non potendo digerire quelli morì infelicemente: Sesto Aureliano.
Valentiano imperatore, per l'intemperanza e moltitudine [107v] de soverchi cibi, morì in breve spacio di tempo: Sesto Aureliano.
Finalmente, per pore fine a così odiosa materia, dice Gregorio Turonense che Childerico sassone, avendosi empito di vino e di cibo insino all'orecchie, fu da quello soffoccato e ritrovato la mattina nel letto morto.
Cap. 22
Che le donne non sono soperbe
Il Petrarca nel lib. 2 De li remedii de l'una e l'altra fortuna, nel dialogo 42, dice che la soperbia è cosa propria delle donne. Livio parimente, nel lib. 24 Ab urbe condita, pare affermare il medesimo parlando di Damarata figliuola di Ierione, dicendo: "Ella gonfia di spirito muliebre avertisce etc.". Nondimeno, essendo stato primieramente l'angelo scacciato dal paradiso celeste per causa della soperbia, e poi Adamo del paradiso terrestre per causa della disubedienza, la quale nasce (come dice Cirillo, lib. 8, e Ireneo lib. 3 cap. 31) dalla [108r] soperbia, perciò che nessun peccato può, overo essere puote (come dice Santo Agostino scrivendo a un certo conte) senza soperbia, è da presumere che più tosto la soperbia sia propria dell'uomo che della donna.
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