Scrive il medesimo Vergilio, lib. 9, che Numano, qual fu un certo Rutulo, si iattava molto e riprendeva li Troiani dicendo che non erano atti alla guerra e che erano effeminati.
Similmente, appresso il medesimo Vergilio lib. 12, Murrano era uno che molto si gloriava della sua nobiltà.
Marziale si ride di Sosibiano, il quale era talmente glorioso che chiamava suo padre "signore", essendo egli servo. [111r]Nevio, poeta comico, quanto egli fosse glorioso lo dimostra Gellio dove scrive l'epitaffio fatto da quello sopra la sua sepoltura.
Domiziano si vantava nel senato che egli avea dato lo imperio al padre e al fratello e che essi avevano restituito a lui quello; si rallegrava essere chiamato "signore" e "dio", donde che Eusebio dice: "Domiziano primo comandò che egli fosse chiamato signore e dio, per il che fu istituito da lui che né in scritto né per parole di qual si volesse uomo altrimente egli fosse nominato".
Suffeno fu un poeta goffissimo, il qual molto si gloriava e molto si tenea buono delle sue opere, le quali nondimeno erano goffissime: Catullo.
Alessandro Magno talmente era iattabondo e glorioso che egli volea esser chiamato figliuolo di Giove Amone e essere anche chiamato Dio: Q. Curzio, e Eliano Sparziano lib. 2.
Annone non era manco glorioso di questi, perciò che egli solea [111v] nodrire e allevare uccelli a' quali egli insegnava questa voce: "Annone è dio", e poi lasciava volare quelli dove essi voleano, acciò che dapertutto mandassero fuori tal voce: questo è scritto appresso l'autore de gli Adagi.
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