Delle vergini.
Epicarmi ancora, donna libertina nominata nella congiura contra Nerone, non puoté mai essere vinta da tormenti alcuni, che ella manifestasse li congiurati, anzi più tosto ella vuolse morire che manifestar quella; ma tutti quelli che erano consapevoli di tal congiura, condotti a li tormenti, subito, non aspettando i tormenti, scoprirono la congiura e manifestarono molti amici e parenti: di questo è autore Cornelio Tacito nell'Istoria di Augusto lib. 18, e Andrea Tiraquello nella 9ª Legge congiogale, numero 100.
Referisce il medesimo Cornelio Tacito nel sudetto lib. 18 che, li soldati di Otone depredando un certo luoco detto Bintimiglio, una donna detta Ligo avea nascosto un suo [116r] figliuolo e, credendo i soldati che insieme con quello ella avesse nascosto danari, comminciarono tormentarla acciò che ella manifestasse il figliuolo; ma ella, mostrandogli il ventre, dicea che ivi egli era nascosto, né mai per tormenti alcuni ella puoté esser vinta, che manifestasse quello.
Quintilia anco, donna per la sua bellezza amabile, per comandamento di Gaio Caligola tormentata e crucciata, acciò che, per forza de tormenti vinta, ella manifestasse i compagni della congiura di quello (la quale si dicea che era preparata contra di esso Caligola), essendo condotta ali tormenti, calcando col suo piede sul piede de li congiurati significò che essi si dovessero confidare e che non dovessero temere cosa alcuna per li tormenti che ella fosse per patire; e quello che ella avea significato, in effetto dimostrò sprezzando li tormenti, da quali di modo ella fu stracciata e fatta brutta, essendo prima per la sua bellezza cara e grata a tutti, [116v] che ancora da li suoi amatori ella era risguardata senza piacere alcuno; laonde Caligola la liberò e le donò molti danari: Gioseffo lib.
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