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      5 cap. 7 dell'Essamerone, dice all'uomo: "Tu non sei signore della donna ma marito; tu non hai tolto una serva ma una moglie; Dio ha voluto che tu sii suo governatore". Anzi che le leggi dicono che il marito e la moglie sono compagni: L‹egge› Adversus, c‹ap.› De crimin‹e› expi‹latae› haer‹editatis›; e nel principio della Bibia, nel Genesi cap. 3, Adamo, parlando della moglie, dice: "La donna la qual mi hai data per compagna".
      Plauto parimenti, nella comedia intitolata Sticho, scrive che le moglie sono compagne de li mariti.
      Ma che sia anco cosa indegna e di biasimo grande battere la moglie, di qui si vede, perché l'imperatore Teodosio e Valentiano statuirono che quella donna che [120v] provasse essere stata battutta dal marito potesse ripudiare quello: L‹egge› Consensu, cap. De repud‹io›, per la quale legge la Glosa, nel c‹ap.› Sicut alterius 7, q‹uaestio› 1 par voler significare che, quantunque il marito possi correggere la moglie, nondimeno non s'intende battendola, ma in altro modo; il che seguita Alessandro nel Consiglio 15, dopo il principio, lib. 4.
      Oltre di questo non si legge che alcuni quasi di quelli che sono stati tenuti dotti uomini e sapienti mai abbino battutti le sue moglie, quantunque fossero moleste, fastidiose e intolerabili, ma più tosto avere o dissimulato overo amorevolmente corretti i vici di quelle?
      Scrive Giulio Capitolino che M. Antonino, filosofo e imperatore romano, il qual superò tutti i prencipi di bontà, dissimulò gli adulterii di Faustina sua moglie.


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La difesa per le donne
di Vincenzo Sigonio
pagine 140

   





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