Dopo dieci secoli d'oscurità torna l'Italia ad essere ben conosciuta dal cominciamento del sedicesimo secolo. Dal regno di Carlo V in avanti, tutti gli stati d'Europa formano come una vasta repubblica, le di cui parti sono talmente connesse, che non è possibile di separarle per seguire la storia d'una sola popolazione; di modo che studiando la storia d'una nazione s'impara altresì quella di tutto il mondo incivilito. Queste due epoche rispetto all'Italia, ugualmente illustrate da egregi storici, sono divise dal mezzo tempo, nome con cui vengono precisamente indicati i dieci secoli che scorsero tra la caduta di Roma e di Costantinopoli. La storia d'Italia de' mezzi tempi, di que' tempi che lo storico più grande dell'età nostra(5) chiamò i secoli del merito sconosciuto, formerà il soggetto della presente opera.
Questa storia deve terminare coll'anno 1530 quando Fiorenza, l'ultima delle repubbliche de' mezzi tempi, fu soggiogata dalle armi spagnuole e papaline, onde innalzare sulle di lei rovine la dinastia de' Medici(6). Le tre altre repubbliche italiane, che protrassero la loro esistenza oltre l'età di mezzo, cambiarono all'epoca della caduta di Fiorenza la loro costituzione, di modo che ebbe allora fine la libertà d'Italia; e la sorte di così bella contrada, fatta preda a vicenda di vicini ambiziosi e potenti, o della perfidia di piccoli principi, non altro sentimento può eccitare nell'animo nostro, che quello della compassione.
L'età di mezzo incomincia precisamente l'anno 476, epoca in cui Odoacre, dopo aver fatto perire il patrizio Oreste, e ridotto in ischiavitù l'imperatore Augustolo, pose fine all'impero d'Occidente(7).
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