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      Ma quando furono ridotti a doversi difendere colle proprie forze contro un assassinio, che stendevasi a tutta la contrada, senza che alcuna armata, alcun ordine pubblico pensasse a reprimerlo; trovandosi abbandonati, innalzarono a principio le mura, poi formarono le milizie, ed in seguito le magistrature(48). Le inferiori classi del popolo furono ancor esse chiamate a parte della milizia e del governo, ed allora acquistarono quella energia di carattere, che doveva farli tra poco cittadini.
      Per altro i popoli nomadi non influirono che colle loro ostilità a formare il carattere degl'Italiani, non mai coll'unione loro o coll'esempio. Gli Ungari che venivano creduti più rassomiglianti alle fiere che agli uomini, ispiravano troppo orrore e spavento, perchè alcuno pensasse ad imitarli, o ardisse di legarsi in amicizia(49). Dall'altra parte i Saraceni, colonia militare dei mori d'Affrica, non si rassomigliavano in verun modo ai sudditi civilizzati dei Califfi. Coloro che desolarono le campagne d'Italia erano il rifiuto della nazione, non conoscevano che l'arte della guerra, o per dir meglio dell'assassinio, ed i loro costumi erano ancora più lontani dalla civiltà orientale, che dai costumi de' cristiani ch'essi attaccavano. Dopo due secoli la scuola di Salerno, il commercio col levante dei Pisani, de' Genovesi, de' Veneziani, e le crociate, procurarono agl'Italiani ed alla loro letteratura una leggiere tinta orientale: ma non fu che a questa più recente epoca che si manifestò il gusto arabo.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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