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      Le bande erranti degl'Ismaeliti non v'ebbero alcuna parte: nulla avevan esse di romanzesco o di religioso, nulla che potesse lasciare profonde tracce nello spirito dei popoli.
      Il regno di Berengario, cui doveva immediatamente tener dietro una rivoluzione, fu il più alto periodo della disorganizzazione dell'ordine sociale. Pure questo principe non era nè di talenti sprovveduto, nè senza virtù(50). Benchè avesse più volte comperata la pace coll'oro, aveva altresì spesse volte saputo conquistarla colle armi: le sue imprese contro gli Ungari ed i Saraceni, benchè d'ordinario infelici, sono una prova dei suoi talenti militari e del suo coraggio, come della niuna disciplina delle sue truppe. I feudatarj che prodigavano ai loro sovrani il titolo di tiranno, lo trovarono meno de' suoi rivali colpevole. Tra questi il solo Luigi conte o duca di Provenza fu da lui crudelmente trattato per delitto di fellonia. In altre occasioni diede frequenti prove di clemenza e di generosa fiducia verso i suoi nemici: ed un tratto di eroismo gli costò la vita.
      (921) Berengario aveva felicemente terminata una lunga guerra civile, e per la prima volta la pace regnava ne' suoi stati. Guido figliuolo d'Adelberto marchese di Toscana, un altro Adelberto marchese d'Ivrea, Lamberto arcivescovo di Milano, Olderico conte del Palazzo e maggiordomo del re, Gilberto potente conte, non sappiamo di quali stati; tutti da Berengario colmati di beneficj, e che erano a lui debitori del rango o della sede che occupavano, o del perdono de' loro delitti, congiurarono contro la sua vita.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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