Costui era Ugo conte o duca di Provenza, cui gl'Italiani destinarono la corona dopo averla tolta a Rodolfo di Borgogna(52). Ugo era fratello uterino d'Ermengardo marchese d'Ivrea, e di Lamberto marchese di Toscana. Egli non ebbe più i rivali de' suoi predecessori nei duchi di Spoleti e del Friuli, le di cui famiglie eransi estinte, o erano state spogliate de' loro feudi nel tempo stesso che perdettero la corona. I nobili inferiori, di cui sapeva mantener viva la vicendevole gelosia, onde l'uno dopo l'altro isolatamente opprimerli, non potevano far argine alla sua ambizione. Vero è che Ugo cercò invano, come vedremo in altro capitolo, di guadagnarsi un appoggio in Roma, sposando la famosa Marozia che n'era l'arbitra; ma la sua politica fu coronata da un più grande successo in Lombardia. Dirigendo costantemente i suoi attacchi contro le più distinte famiglie de' suoi stati, sacrificò l'un dopo l'altro senza pietà tutti i grandi che potevano dargli sospetto, non perdonando neppure a coloro che lo avevano fatto re, come suo fratello Lamberto marchese di Toscana(53), e suo nipote Anscarro figliuolo d'Ermengardo marchese di Spoleti e di Camerino(54). Non risparmiava nemmeno i suoi clienti, che ben tosto trovava troppo potenti per vivere sotto di lui, e gli spogliava poco dopo averli arricchiti.
Nè i vescovi erano meglio trattati dei duchi, cacciando dalle loro sedi coloro che non sapevano guadagnarsi la sua confidenza, e sostituendo loro Borgognoni e Provenzali, che non avendo che il suo appoggio, erano necessariamente da lui solo dipendenti(55). Molti suoi bastardi furono inoltre innalzati alle prime dignità della chiesa, o provveduti di entrate ecclesiastiche, come di abbazie le sue amanti.
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