Berengario avvertitone segretamente, fugge con Gilla sua consorte, cui l'avanzata gravidanza non impedì di valicare il san Bernardo, che il tiranno credeva chiuso ancora dai ghiacci(57).
Ottone il grande regnava allora in Germania; il più potente come il più magnanimo de' principi ch'eransi divise le spoglie dell'impero de' Carlovingi. Le virtù sembravano ereditarie nella sua famiglia. Suo avo Ottone, duca di Sassonia, era stato dalla dieta l'anno 912 dichiarato re di Germania, ed egli aveva rifiutato tale onorificenza(58). Suo padre Enrico I, chiamato l'uccellatore, aveva otto anni dopo accettata la medesima dignità offertagli dai voti unanimi de' Franchi, dei Bavari, de' Turingi, de' Sassoni; ed egli ne giustificò la scelta con un regno glorioso per le continue vittorie riportate sui Danesi, gli Slavi, e gli Ungari(59). Ottone il grande che montò sul trono l'anno 937 proseguiva prosperamente la guerra contro i pagani, e le sue vittorie chiudevano agli Ungari la strada dell'Occidente che avevano saccheggiato sì lungo tempo. Il generoso monarca accolse alla sua corte il marchese d'Ivrea, permettendogli di riunire presso di lui gl'Italiani malcontenti; e senza soccorrerlo direttamente, gli permise di preparare quant'era necessario per abbattere il trono di Ugo.
(945) Infatti la rivoluzione si eseguì colle sole armi italiane. Berengario, seguito dalla sua piccola armata, calò in Lombardia attraversando la Marca Trivigiana, avendogli facilitato il passaggio delle Alpi e delle foreste il malcontento dei popoli.
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