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      I poderi potranno essere più o meno estesi, ma non saranno mai province; e l'ineguaglianza tra i privati cittadini non sarà mai tale che renda gli uni necessariamente dipendenti dagli altri. I cittadini, benchè disuguali di fortune, non dimenticheranno ch'erano in origine(63) uguali, e rimarranno tutti liberi. Tale è la storia degli stati dell'antica Italia e dell'antica Grecia, e la cagione per cui da' più rimoti tempi non v'ebbero in queste contrade che governi liberi. Ne' tempi presenti la distribuzione delle fortune nelle colonie dell'America settentrionale ha qualche rassomiglianza con questo primo stabilimento delle nazioni agricole: i proprietari delle piantagioni danno ai loro poderi assai maggior estensione, che non ne hanno i nostri, ma però sempre proporzionata alle forze della loro famiglia; onde esiste presso di loro una tal quale bilancia territoriale, per valermi dell'espressione d'Arrington, che contribuisce al mantenimento della libertà americana(64). Per altro questa libertà poteva stabilirsi senza tale bilancia, poichè gli Americani hanno capitali accumulati, commercio, arti e mezzi di vivere indipendenti, ossiano poveri o pur ricchi.
      Ma questo equilibrio di proprietà territoriali può essere affatto distrutto da una conquista, le di cui conseguenze possono essere differentissime secondo che il popolo coltivatore sarà conquistato da un popolo pastorale o agricolo(65) . Presso i popoli tartari l'accrescimento delle mandre è illimitato come le campagne della Tartaria.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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