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      Chiamato da questi disordini nuovamente in Italia, l'imperator Corrado convocò la dieta in Pavia, onde provvedere a tanti mali. Incominciò dall'ordinare l'arresto dell'arcivescovo Eriberto, e dei vescovi di Vercelli, di Cremona, di Piacenza(119), ed appoggiò caldamente le lagnanze dei valvasori; ma ogni sua pratica riuscì inutile al ristabilimento della pace. I prelati, fuggiti alle guardie imperiali, riguadagnarono le loro città, e trovarono i cittadini pronti ad armarsi per la loro difesa. Corrado volle inseguirli, e fu respinto dai Milanesi, e costretto di rinunciare all'assedio di quella città(120).
      Ad accrescere la confusione prodotta da questa guerra civile s'aggiunse una nuova scissura. I gentiluomini insorti avevano pur essi dei vassalli con giurisdizione militare, che in allora chiamavansi valvassini, i quali tenevano schiavi, ossia servi attaccati alla gleba. Queste due classi di uomini, in tempo che gli altri ordini della società impugnavano le armi per l'indipendenza, si credettero ugualmente in diritto di riclamarla, e presero le armi contro i loro signori, chiedendo la libertà generale.
      A quest'epoca tutti i ranghi della società trovaronsi in guerra gli uni contro gli altri: ma l'eccesso medesimo dell'anarchia produsse finalmente una pace vantaggiosa a tutta la nazione; i diritti di ciascun ordine furono stabiliti con precisione; la costituzione di Corrado intorno alla successione dei feudi fu adottata dalla nazione; quasi tutti gli schiavi furon posti in libertà; e soppresse o addolcite assai le più umilianti condizioni annesse alla dipendenza feudale(121). Finalmente, bramando i gentiluomini di avere una patria, si determinarono quasi tutti di fars'inscrivere alla cittadinanza delle città vicine; ossia, per valermi della frase di quell'età, di raccomandare le persone ed i feudi loro alla protezione delle città. È assai verisimile che questa generale pacificazione si effettuasse l'anno 1039 nell'istante in cui le armate trovandosi a fronte in vicinanza di Milano, la notizia della morte di Corrado il Salico le consigliò a deporre le armi(122).


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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