Si domanderà forse qual era il governo di questa repubblica o ducato; ma ciò non è facile a sapersi, perchè i Romani ed il papa cercavano di evitare ogni dimostrazione o positiva dichiarazione, onde non alienare assolutamente l'imperatore, cui pure prestarono ajuto per ricuperare l'Esarcato di Ravenna; e dopo di aver rimandato in Sicilia il patrizio destinato a governarli, ricevettero nuovamente in diverse occasioni gli ufficiali della corte di Costantinopoli, reclamarono la loro protezione contro i Lombardi, e chiesero, quantunque inutilmente, truppe a Costantino Copronimo per difendersi. Dal suo canto l'imperatore pareva disposto a contentarsi di un'ombra di potere, ed a scaricarsi senza strepito della difesa di una città, per la sua posizione difficile a difendersi. Il papa come capo della Chiesa, come padre dei fedeli, godeva di un altissimo credito e presso i cittadini, e presso i nemici dello stato. Veniva spesso accordato alla santità del suo carattere quello che sarebbesi rifiutato alle prerogative del suo rango. Finalmente i nobili romani avevano imparato dai Lombardi loro vicini a far rispettare la loro indipendenza, ed avevano terminato col non ubbidire nè all'imperatore, nè al papa, nè al proprio senato. Come padroni de' castelli possedevano essi tutto il territorio del ducato di Roma, e quando dimoravano nella capitale si risguardavano quali principi superiori alle leggi; ed il loro potere era proporzionato al numero de' loro vassalli e satelliti. Di mezzo a tale conflitto di giurisdizione, il papa capo del clero, patriarca di tutto l'Occidente, depositario dei tesori del cielo, che facilmente cambiava con quelli della terra, il papa si mostrava il solo difensore del popolo, il solo pacificatore delle discordie de' grandi.
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