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      Quando Teodora strinse domestichezza con Giovanni, non era omai più nel fiore dell'età. Prima d'esserne amante, aveva maritata sua figliuola Marozia con Alberico marchese di Camerino, che dava alla famiglia della sua sposa un nuovo lustro per la proprietà d'un gran feudo vicino a Roma.
      Intanto la storia non parla più di Teodora; per la di cui morte Giovanni X aveva forse ottenuta l'indipendenza del suo dominio. Alberico primo sposo di Marozia, che uno storico quasi contemporaneo dice console de' Romani(168), fu ucciso in una sedizione, e la vedova Marozia del 925 esercitava sopra i baroni di Roma quell'impero, ch'ebbe prima di lei Teodora. Solamente il papa, dopo essere stato l'amante della madre, non poteva sentir amore per la figliuola, la quale dal canto suo aveva estrema avversione per Giovanni X. Essa s'era impadronita per sorpresa della mole Adriana, oggi detta castel s. Angelo, torre massiccia, la più solida di tutti i monumenti dell'antica Roma, ch'era stata molto prima trasformata in fortezza. Posta sull'altra riva del Tevere all'estremità del ponte Elio, domina il passaggio tra il Vaticano ed il campo di Marte, il corso superiore del fiume, gl'ingressi in città dalla banda della Toscana, e di tutta l'Italia settentrionale: tal che questo castello ne' tempi di mezzo, siccome ne' tempi presenti, viene risguardato come la chiave di Roma. Quando si fu ben fortificata nella mole Adriana, Marozia offrì la sua mano a Guido duca di Toscana; di modo che colle loro forze riunite i due sposi, trovandosi quasi sovrani di Roma, fecero ammazzare un fratello di Giovanni X, ch'era nella sua più intima confidenza, rinchiusero lo stesso papa in una prigione, in cui cessò ben tosto di vivere, e fecero successivamente eleggere a quell'eminente dignità due loro creature(169).


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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