Poichè una brutale violenza avea, a suo credere, distrutta la gloria e la purità di sua vita, stimò che la bellezza rimastale non doveva omai essere che lo stromento della sua vendetta. Ottone era tornato indisposto da un pellegrinaggio al Monte Gargano, ove l'avevano forse condotto i suoi rimorsi. Stefania trovò modo di fargli parlare della sua abilità nell'arte medica; e sotto i suoi abiti di corrotto potè ancora sedurlo colle sue bellezze; e come sua amante, o come suo medico, essendosi guadagnata la sua confidenza, gli diede un veleno che lo trasse ben tosto a dolorosa morte(192).
Gli storici tedeschi proclivi ad onorare la fresca gioventù d'un principe di ventidue anni, si sforzano d'ingrandire il carattere d'Ottone III(193). Pure non rammentano veruna grande azione che possa meritar credenza ai loro elogi. Ultimo rampollo della casa di Sassonia morì, senza lasciar figliuoli, a Paterno presso a città Castellana l'anno 1002 detestato dai Romani che cercavano ogni anno di scuotere l'ingiusto giogo che voleva loro imporre.
In principio dell'undecimo secolo, la città di Roma fu nuovamente straziata da una contesa, quasi ignota, tra i partigiani della libertà, dell'imperatore e del papa. Un figliuolo di Crescenzio, nominato Giovanni, aveva dal padre ereditato l'amore del popolo romano, ed il suo attaccamento alla causa della libertà. Verso il 1010, aveva restituita alla repubblica l'antica sua forma, i consoli, il senato composto soltanto di dodici senatori, e le assemblee popolari.
| |
Monte Gargano Ottone III Sassonia Paterno Castellana Romani Roma Crescenzio Giovanni
|