Certo Berengario, diacono d'Augers, aveva scritta un'opera contro i propagatori di tale credenza; sosteneva nel suo libro, che la Chiesa non aveva mai veduto nel Sacramento che una memoria, un simbolo del sacrificio di Gesù Cristo. La sua professione di fede, che fino a que' tempi era stata quella della cristianità, fu condannata come un'eresia, di cui fu forzato a fare l'abjura(211).(212)
Durante la minorità d'Enrico IV, i suoi ministri, senza pregiudicarne i diritti, seppero evitare un'aperta rottura colla santa sede. La fazione degl'Italiani, che volevano difendere contro il papa la libertà della Chiesa, formava già un sufficiente contrappeso all'ambizione dei pontefici. Questo partito era quasi sempre dominante a Milano ed in Lombardia; ed era potente anche in Roma, ove un uomo assai ricco ne aveva presa la difesa. Questo capo era Pietro Leone, il quale, quantunque giudeo d'origine, erasi acquistato un immenso credito nella capitale del cristianesimo(213). Egli ottenne di far entrare in Roma l'antipapa Cadolao, che prese il nome d'Onorio II. Cadolao riportò una vittoria sulle truppe del legittimo papa, e si stabilì nel vaticano; ma ne fu presto scacciato dalle forze del duca di Toscana(214).
Quando Ildebrando, che prese il nome di Gregorio VII, fu l'anno 1073 elevato sulla cattedra di s. Pietro, terminava appunto la minorità d'Enrico. Questo principe, giunto oltre i vent'anni, aveva un'anima troppo altiera, ed era troppo valoroso per piegarsi sotto vergognose condizioni; onde posto da banda ogni riguardo per i pontefici che lo esacerbavano con reiterati insulti e soverchierie, prese fin d'allora la risoluzione di esporsi alle usurpazioni colla forza.
| |
Berengario Augers Chiesa Sacramento Gesù Cristo Enrico IV Italiani Chiesa Milano Lombardia Roma Pietro Leone Roma Cadolao Onorio II Toscana Ildebrando Gregorio VII Enrico
|