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      Non v'è chi possa giudicarlo; la sola elezione lo costituisce santo. Egli non ha errato mai, ne può errare in avvenire. Egli può a sua voglia deporre i principi, e sciogliere i sudditi del giuramento di fedeltà, ec.(223)»
      Gregorio non visse abbastanza per vedere maturati i suoi ambiziosi progetti. Enrico tornato in Italia del 1081 opponeva a Gregorio l'antipapa Guiberto arcivescovo di Ravenna, che facevasi chiamare Clemente III. Nell'anno 1084, dopo averla più volte assediata, Enrico si rese padrone di Roma, e vi fece consacrare il suo papa, da cui riceveva poscia la corona imperiale. Mentre Gregorio si stava nella mole Adriana, ed i romani eransi collegati con Enrico per assediare il loro papa, Roberto Guiscardo capo di que' Normanni, di cui parleremo nel susseguente capitolo, avanzandosi alla volta di Roma con una considerabile armata, dopo aver costretto l'imperatore a ritirarsi, bruciò la città da s. Giovanni Laterano fino al Coliseo, e fece schiavi un infinito numero di cittadini. Dopo questo saccheggio, l'antica città rimase quasi affatto deserta, essendosi la popolazione concentrata al di là del campidoglio in quella parte che altra volta formava il campo di Marte(224). Roma fu in preda a tutti i mali che un nemico barbaro suol cagionare ad una città presa d'assalto, e Guiscardo condusse seco, partendo, il papa, il quale morì prigioniero in Salerno in maggio del 1085, dopo avere ripetuti i suoi anatemi, e le sue imprecazioni contro Enrico contro l'antipapa Guiberto e contro i loro principali aderenti(225); ma dopo avere altresì colla sua alterigia e durezza di carattere disgustati quasi tutti i vescovi d'Italia; obbligati gli stessi romani, che gli erano lungo tempo rimasti fedeli, a prender l'armi contro di lui; e finalmente dopo essere stato principalissima cagione della rovina di quella maravigliosa città, di cui era pastore e quasi sovrano.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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