Pagina (134/281)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Formarono infatti una potente armata, e ben tosto si trovarono a fronte in aperta campagna il padre ed il figlio, e nel primo fatto rimase questi perdente, e costretto a fuggire. Non tardò per altro a riunire le sue truppe e condurle a nuova battaglia, nella quale il padre compiutamente battuto, rimase prigioniero de' suoi nemici che lo caricarono d'oltraggi(232).
      Fu l'infelice monarca in così misero stato ridotto, che venne a Spira nel tempio da lui eretto alla Vergine, chiedendo al vescovo di quella città gli alimenti, soggiungendo ch'era ancora capace delle funzioni di chierico, sapendo leggere e scrivere: e perchè gli venne rifiutata così umile inchiesta, si volse alle persone presenti, dicendo loro: «Voi almeno, o miei amici, abbiate pietà di me; vedete la mano di Dio che mi castiga.» Di là a poco tempo dovette il giorno 7 degl'Idi d'agosto succumbere alla profonda afflizione che lacerava il suo cuore. Il suo cadavere rimase cinque anni insepolto nella chiesa di Liegi, perchè il papa aveva vietato di seppellirlo in luogo sacro(233).
      Sentiamo una specie di compiacenza nel vedere il vecchio ed infelice Enrico vendicato da' suoi medesimi nemici. Il feroce Pasquale fu tradito e perseguitato dal medesimo principe ch'egli aveva stimolato a ribellarsi al padre; e questo figlio snaturato d'un padre che lo amava, umiliato da quella Chiesa per la quale aveva combattuto contro suo padre.
      (1110) Enrico V non potè avanti il 1110 venire in Italia a ricevervi dalle mani del papa la corona imperiale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





Spira Vergine Dio Idi Liegi Enrico Pasquale Chiesa Enrico V Italia