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      Vero è che questa principessa aveva con testamento del 1102 lasciati tutti i suoi beni presenti e futuri alla Chiesa romana per la salvezza della propria e delle anime de' suoi parenti; ma questo testamento in cui non trattasi che delle proprietà, e non dei feudi, o de' beni signorili, non si ebbe per valido(240). Si pretese che una donna non potesse disporre delle proprie terre, e l'eredità di Matilde fu in tutto il secolo dodicesimo un soggetto di contestazione tra gl'imperatori ed i papi.
      Poichè fu riconosciuto possessore dell'eredità della contessa, Enrico s'avanzò verso Roma, chiamatovi dai principali nobili contro papa Pasquale, che loro aveva dato varj motivi di malcontento. Enrico veniva ricevuto in Roma quasi in trionfo, mentre il papa fuggiva a monte Cassino, indi a Benevento(241).
      Morì Pasquale nel susseguente anno in età assai avanzata senza che potesse tornare a Roma. Mentre la maggior parte de' cardinali, uniti ai vescovi ed ai senatori di Roma, elessero a succedergli Gelasio II, la fazione imperiale gli sostituì Bordino arcivescovo di Braganza, che la Chiesa risguarda come antipapa. Gelasio che trovavasi sciolto da qualunque giuramento, nell'atto di ricevere la tiara, scomunicò l'imperatore, indi riparossi in Francia per non rimanere esposto alle vendette d'Enrico. A Gelasio, morto dopo due anni, successe Calisto II, con cui l'imperatore, stanco di trovarsi in una guerra di così incerto fine, trattò di componimento. Il suo antipapa era caduto in potere de' cattolici, e tutti i grandi di Germania lo scongiuravano a dar pace alla Chiesa ed all'impero.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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