La galera fece tosto vela verso Rossano, essendosi conchiuso un segreto trattato tra il capitano, Ottone, e l'imperatrice; per cui quando giunsero in faccia a quella città, varj muli assai carichi furono condotti verso la riva. Alcune guardie imperiali comandate da Teodoro, vescovo di Metz, s'avvicinarono in una barca alla galera per accertarsi se il personaggio coperto di porpora, che loro mostravasi sul banco era veramente Ottone; e mentre i Greci distratti dalle trattative, ed avvezzi a non veder camminare i loro imperatori senza appoggiarsi agli eunuchi, non si prendevan cura del prigioniere, Ottone slanciossi in mare, e guadagnata a nuoto la barca delle sue guardie, fece voltar bordo, e prendendo anch'egli un remo, giunse in porto avanti che la galera potesse raggiungerlo. Il Greco stordito vide ritornare in città dietro all'imperatore i muli ch'eransi fatti sortire per ingannarlo, e dovette allontanarsi dalla rada di Rossano senza poter vendicarsi dell'inganno(293).
Benchè i Greci si lasciassero uscir di mano così importante preda, non perdettero però i frutti di tanta vittoria. Durante il regno d'Ottone II, e la minorità di suo figliuolo, dilatarono in Italia i confini del loro impero(294), e stabilirono in Bari un governatore col titolo di Catapane(295). In pari tempo fabbricarono in Puglia la città di Troja, e molti castelli, onde rimaner coperti da nuovi attacchi. Non perchè tranquillamente abbiano potuto intraprendere e condurre a termine tali opere, doveva credersi che Ottone fosse disposto a lasciar loro il pacifico possesso de' paesi conquistati.
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