Per portarsi in terra santa non vollero esporsi alla troppo lunga monotonia d'un viaggio marittimo, tanto più che non incontravano nel mediterraneo quelle impetuose borrasche che sconvolgono i mari del Nord, le triste e cupe nebbie, i galleggianti scogli di ghiaccio, e tutti i pericoli ch'eransi avvezzati a disprezzare nella loro patria. Attraversavano perciò la Francia e l'Italia, lasciando alla loro spada la cura di provederli del danaro necessario alle spese del viaggio, ove non bastassero le elemosine de' fedeli. Floridissimo era il commercio che Napoli, Amalfi, Gaeta e Bari mantenevano sulle coste della Siria: onde i pellegrini vi trovavano facilmente imbarco. Di più, su la strada delle prime città eravi Monte Cassino; il monte Gargano o degli Angeli su la strada dell'ultima: ambedue resi illustri, dicevasi, da frequenti miracoli. Per queste ragioni i devoti pellegrini visitavano passando i monasteri fabbricati su quelle montagne, e quasi tutti, andando o ritornando di terra santa, prendevano la strada della Magna Grecia.
In sul cominciare dell'undecimo secolo, circa quaranta religiosi viaggiatori, tornati da Terra santa sopra navi amalfitane, trovaronsi in Salerno nell'istante in cui una piccola flotta di Saraceni si presentò innanzi a questa città, chiedendo una contribuzione militare. Gli abitanti del mezzogiorno d'Italia, snervati dalle delizie di quel clima incantato, avviliti dall'esempio de' Greci, e fors'anco riputandosi stranieri agl'interessi ed alle contese de' loro principi, avevano perduto l'antico coraggio militare.
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