Furono colà incontrati da certo Melo, cittadino di Bari, poc'anzi uno de' più ricchi e potenti signori della Puglia, il quale dopo avere inutilmente tentato di liberare i suoi concittadini dal giogo de' Greci e dall'autorità vessatoria de' catapani, era stato costretto ad abbandonare la patria. Melo aveva saputo guadagnarsi il favore de' principi lombardi, e specialmente di Guaimaro di Salerno; dai quali avendo ottenuti alcuni soccorsi, potè offrire un grosso stipendio ai Normanni che volessero abbracciar la sua causa, oltre le larghe promesse di magnifica ricompensa quando fossero vittoriosi(299).
La guerra che Drengot(300) co' suoi Normanni intraprese contro i Greci, ebbe incominciamento l'anno 1016, ma le sue armi non furono costantemente felici; e Melo dopo tre consecutive vittorie fu battuto a Canne l'anno 1019(301), ove rimasero sul campo la maggior parte de' Normanni. Melo andò in Germania per impegnare nella sua causa l'imperatore Enrico II, facendogli sentire la necessità di metter freno alle usurpazioni dei Greci; ma terminò colà i suoi giorni avanti che potesse veder l'esito delle sue pratiche, che non furono senza effetto. I pochi Normanni, salvatisi dalla rotta di Canne, abbandonarono la Puglia, e si posero ai servigi dei principi di Salerno e di Capoa; e la perdita fatta a Canne, quantunque grandissima, rispetto al loro piccolo numero, fu ben tosto riparata coll'arrolamento di nuovi avventurieri che ogni giorno pellegrinando giungevano a Capoa e Salerno.
Finalmente Enrico II del 1021 entrò nella Puglia con un'armata.
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