Moriva Unfredo del 1057, onde Guiscardo lasciava il ladroneccio per impossessarsi del contado di Puglia. Chiamò allora di Lombardia Ruggero l'ultimo de' suoi fratelli, che stabilì in Calabria col titolo di conte perchè vi continuasse le sue conquiste: ma sia per avarizia, sia per gelosia, lo lasciò più ancora sprovveduto di danaro di quel che fosse stato egli medesimo; onde il giovane conte, che doveva pur essere il conquistatore della Sicilia, ed il padre de' suoi re, non avendo ricevuto da Roberto che un solo cavallo in premio de' suoi lunghi servigi, tornò in Puglia, e si fece a rubar cavalli, ed a spogliare i mercanti nelle vicinanze di Melfi. Egli stesso, poichè pervenne alla sovranità, ordinò al suo storico Gaufrido Malaterra di conservare la memoria di tali avventure, onde la posterità conoscesse da quale stato di miseria si fosse innalzato a così alto grado(317). Ruggiero danneggiò pure i possedimenti di Guiscardo, e v'ebbe tra i Normanni una specie di guerra civile; se pure gl'insulti del giovane guerriero non debbono piuttosto risguardarsi quali attentati d'un capo d'assassini in guerra con tutta la società.
Intanto Guiscardo, dopo aver soggiogata quasi tutta la Puglia, volendo estendere le sue conquiste alla Calabria, fu costretto di pacificarsi con suo fratello, cui nel 1060 affidò pure il comando di parte del suo esercito. Attaccarono di conserva e s'impadronirono di Reggio, poi di molte città della stessa provincia; per cui Roberto Guiscardo, trovando il titolo di conte inferiore alla presente sua condizione, s'intitolò di propria autorità duca di Puglia e di Calabria, titolo che gli fu alcun tempo dopo riconfermato da papa Niccolò II(318).
| |
Unfredo Guiscardo Puglia Lombardia Ruggero Calabria Sicilia Roberto Puglia Melfi Gaufrido Malaterra Guiscardo Normanni Guiscardo Puglia Calabria Reggio Roberto Guiscardo Puglia Calabria Niccolò II
|