Non è però che qualche avanzo di valore non si conservasse ancora nelle ultime classi del popolo; onde i Normanni che non trovarono resistenza ne' Saraceni d'Italia, assoldarono tra costoro uomini valorosi che servirono Guiscardo utilmente in tutte le guerre; ma i capi de' Saraceni, privi di talenti e di coraggio, si governavano debolmente. La loro monarchia era divisa in principati quasi indipendenti. Ogni città aveva un piccolo principe, o emiro: e la discordia di due di loro Benhumena, e Ben Stammend, che consigliò l'ultimo a recarsi a Reggio per implorare la protezione di Ruggiero, agevolò ai Cristiani l'ingresso nella Sicilia(319).
Ruggiero non aveva che soldati di ventura, i quali lo seguivano spontaneamente per essere a parte delle sue conquiste: ma questi non essendo troppo numerosi, e restando breve tempo sotto le sue bandiere, vedevasi obbligato a ritirarsi dopo pochi mesi dall'isola, senza avervi fatto alcuno stabile acquisto. Per altro le sue imprese eseguite con centocinquanta, e talvolta con trecento cavalieri ebbero un'apparenza ancora più romanzesca, che le prime conquiste de' Normanni nella Puglia(320).
I Cristiani greci che abitavano nella città di Traina posta nella valle di Dèmone, ne aprirono le porte a Ruggiero, il quale vi si fissò colla giovinetta sua sposa e con trecento cavalieri, infestando i Saraceni del vicinato. Ma gli stessi Cristiani disgustati dell'arbitrario procedere de' loro ospiti, si rivoltarono, ed introdussero in città i Saraceni che ne occuparono una parte.
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