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      Questi sacrificarono di buon grado gli argenti delle loro Chiese alla difesa della libertà(334).
      Intanto il re Ruggiero che aveva già fatto abbruciare i sobborghi di Napoli, e fortificare Aversa, armava una flotta in Sicilia per attaccare la città dalla banda del mare, mentre la guarnigione d'Aversa, ed i varj posti che avea stabiliti nella Campania, toglievano ai Napoletani ogni comunicazione colla terra. Egli aveva per questo servigio richieste le migliori milizie degli Amalfitani costretti di favorire la causa di Ruggiero e degli scismatici. Le galere d'Amalfi dovettero pure unirsi alla flotta di Sicilia; ed Amalfi, avendo le sue milizie accantonate in Aversa ed in Salerno, rimase senza difesa(335). N'ebbero avviso i consoli di Pisa Alzopardo e Cane, che avevano il comando della flotta forte di quarantasei vele, e con un colpo di mano presero Amalfi, che fu saccheggiata. In tale occasione i Pisani acquistarono il famoso esemplare delle Pandette di Giustiniano, di cui arricchirono la loro patria(336). Ma il re ch'era entrato in Aversa, di cui faceva(337) riparare le fortificazioni, non tardò ad esserne vendicato. Fece sfilare le sue truppe per sentieri creduti impraticabili a traverso le montagne, e piombò addosso ai Pisani che assediavano il castello di Fratta, uccidendo, o facendone prigionieri mille cinquecento, tra i quali uno de' loro consoli, sforzando gli altri a rimbarcarsi a precipizio(338).
      Nel susseguente inverno il principe di Capoa tornò a Pisa accompagnato da Sergio medesimo, maestro de' soldati di Napoli.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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