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      Pipino, sdegnato ed umiliato, incenerì le città di cui erasi impadronito, e ritirossi a Ravenna. Poco dopo i due imperi si pacificarono, ed i Veneziani furono compresi nell'accordo come fedeli a quello d'Oriente(367).
      Dopo quest'epoca Rialto rimase la capitale del nuovo stato, cui furono riunite col mezzo di ponti le sessanta isolette che lo circondavano, e sulle quali innalzasi oggi la città di Venezia. Il palazzo ducale fu eretto sulla piazza ove trovasi ancor al presente; ed il nome di Venezia, fin allora comune a tutta la repubblica, si ristrinse alla sola capitale. Vent'anni dopo si trasportò d'Alessandria in questa città il corpo di s. Marco. Raccontasi che i mercadanti, che tolsero questa reliquia alla chiesa d'Egitto, le sostituirono accortamente quelle di s. Claudio meno venerate. Dopo tale epoca s. Marco fu il patrono della repubblica: egli o il suo leone diventarono l'impronta delle sue monete e lo stendardo delle sue armate; ed il nome di s. Marco s'andò in modo identificando con quello dello stato, che più di quello della repubblica, più della ricordanza delle sue vittorie, scuote le orecchie veneziane, e fa cader le lagrime dagli occhi de' patrioti(368).
      (837=864) Verso la metà del nono secolo una lite manifestatasi fra alcune famiglie patrizie divise tutta la repubblica. Il popolo prese parte con furore ad una animosità probabilmente cagionata da sola rivalità di gloria; la cura dell'esterna difesa dello stato fu sacrificata all'insensato zelo delle parti, ed il mare Adriatico rimase esposto alle piraterie de' Saraceni e dei Narentini.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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