Tra questi i più pericolosi nemici delle città marittime erano i Narentini, popolo di razza schiavona, che dopo essersi impadronito d'un porto di mare, infestava colle sue piraterie tutto l'Adriatico. Fortissima era la città di Narenta e sicuro il suo porto; e trovandosi tra la Dalmazia e la Croazia, reclutava facilmente ne' due regni i suoi soldati. I suoi migliori guerrieri erano destinati ad equipaggiare le flotte che corseggiavano l'Adriatico: lucrosa professione, che in un secolo barbaro non era disonorante. Tutte le piccole repubbliche danneggiate da costoro erano separatamente troppo deboli per reprimerli; onde convennero di collegarsi per mettere a dovere i Narentini, e perchè fidavansi principalmente alla potenza della repubblica veneziana, ebbero l'imprudenza di farla capo della lega, comperando i suoi soccorsi e la sua protezione coll'accordarle quelle prerogative che dovevano ben tosto porle a sua discrezione. S'incominciarono le trattative col doge Pietro Orseolo II, e si convenne che i magistrati delle città presterebbero fede ed omaggio alla repubblica, e le loro truppe marcerebbero sotto i suoi stendardi contro il comune nemico(374).
(997) L'anno 997 mosse da Venezia la più gran flotta che avesse fin allora armato la repubblica. Passò prima a Pola, una delle più potenti città dell'Istria, e vi ricevette gli omaggi di Parenzo, di Trieste, di Giustinopoli o Capo d'Istria, di Pirano, Isola, Emone, Rovigno, Umago, e per dirlo in una parola, di tutte le città dell'Istria.
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