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      In agosto del susseguente anno i Genovesi mandarono in Oriente ventotto galere e sei vascelli con truppe da sbarco sotto il comando d'un console della repubblica. Lo storico Caffaro era del numero de' guerrieri imbarcati. Nel tempo stesso anche i Pisani fecero partire una, flotta di cento vascelli capitanati dal loro arcivescovo Daimberto, che fu poi patriarca di Gerusalemme. Queste due flotte svernarono a Laodicea, e mantennero le province marittime ubbidienti ai Latini nell'istante in cui la morte del buon re Goffredo di Bouillon metteva in pericolo il nuovo suo regno.
      (1101) La vegnente primavera i Genovesi coi Pisani ed altri crociati intrapresero l'assedio di Cesarea. I repubblicani, portando al campo i liberi usi della loro patria, prima di dar l'assalto alle mura di Cesarea, unirono i cittadini in parlamento per consultare di ciò che far dovevano quando dopo pochi istanti tornerebbero al rango di soldati. Daimberto fu il primo a parlare e come profeta e come soldato; esortò i suoi cittadini a ricevere la mattina susseguente la santa comunione, e poichè fossero muniti di questo pegno della celeste protezione, ad avanzarsi fin presso alle mura, attaccandole colle sole scale delle galere, senza perder tempo a preparare altre macchine d'assedio, promettendo loro in nome del cielo, che Dio li farebbe quello stesso giorno padroni della città. Il console genovese Malio prese in seguito la parola, ed appoggiò colla sua eloquenza guerriera le profetiche esortazioni del prelato pisano.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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