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      Di là, dopo quindici giorni di riposo, si diressero verso le isole Baleari; breve tragitto, ma non iscompagnato da' pericoli e da difficoltà in tempo che non si conosceva la bussola, e si avevano carte assai imperfette.
      I crociati, dopo aver sofferta una burrasca, scoprirono una terra, che subito attaccarono, persuasi che fosse l'isola di Majorica. Essi gettaronsi sugli abitanti delle coste, che misero in fuga, o fecero prigionieri. Non tardarono per altro a rilevare da questi ultimi che avevano sbarcato sulle rive di Catalogna, e che devastavano le campagne de' Cristiani. Allora, deposte le armi, si sdrajarono lungo la spiaggia del mare affatto scoraggiati, e perduta ogni speranza di approdare alle isole Baleari(404). La lunga dimora che dovettero fare in Catalogna, ritenutivi dai venti contrarj, non tornò inutile, perchè si associarono in questa guerra sacra Raimondo, conte di Barcellona, Guglielmo, conte di Mompellieri, Emerì, conte di Narbona, ed altri signori di Francia e di Spagna. Costretti in appresso dalla cattiva stagione a differire la spedizione al susseguente anno, si ritirarono paghi d'avere agguerriti i soldati, ed accresciuti i confederati(405).
      (1114) In aprile del 1114 la flotta crociata approdò finalmente ad Ivica, rendendosi dopo un sanguinoso incontro padrona dell'isola. Passò in seguito a Majorica ove intraprese l'assedio della città che dà il nome all'isola, la quale, dopo un anno di ostinata difesa, cadde in potere de' Pisani (1115) nelle feste di Pasqua del 1115 malgrado la coraggiosa resistenza del re saraceno e dei molti alleati chiamati a difenderla.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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