Il re morì combattendo, ed il suo successore fatto prigioniero fu condotto a Pisa trionfalmente colle immense ricchezze della sottomessa isola(406).
Tornavano i Pisani dalle isole Baleari, quando papa Gelasio II, perseguitato da Enrico V, avendo abbandonato Roma per ripararsi in Francia, si fermò alcun tempo in Pisa da cui sperava di essere potentemente soccorso. Questo papa discendeva dall'illustre famiglia pisana de' Gaetani, onde per riconoscere i ricevuti beneficj, o per amor di patria, dichiarò i vescovi corsi suffraganei della Chiesa metropolitana di Pisa. Vero è che fino del 1092 il prelato di Pisa aveva il titolo di arcivescovo, ma pare che non avesse verun vescovo suffraganeo. Il popolo festeggiò la recente dignità conferita al metropolitano; ed i consoli ed i senatori condussero pomposamente il loro pastore nell'isola di Corsica per ricevere il giuramento d'ubbidienza e di fedeltà dai vescovi, e per consacrarne le chiese. I rivali della repubblica, e più di tutti i Genovesi, concepirono per tale avvenimento una gelosia proporzionata all'alta importanza che vollero darvi i Pisani(407).
(1119) La guerra che si dichiarò del 1119 tra le due repubbliche fu provocata da questa gelosia. Se prestiam fede a Caffaro, i Genovesi attaccarono porto pisano con ottanta galere e quattro grandi navi cariche di macchine militari. Portava la flotta ventidue mila uomini da sbarco, cinque mila de' quali armati di corazza e di caschetti di ferro(408). I Pisani non ricordano questo armamento veramente prodigioso, essendo l'opera di una sola città. Ambedue le nazioni si chiamarono vittoriose nella prima campagna, e nello spazio di quattordici anni che durò la guerra, si bilanciarono i vantaggi in modo da accrescerne l'emulazione, senza soddisfarne le speranze.
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