Di queste tre confederazioni la meno prospera era la pisana, non avendo quella repubblica potuto stendere la sua protezione che verso le Maremme, provincia assai fertile, ma malsana(414), che per l'influenza della libertà era stata guadagnata alla coltura, ma che non poteva però mai acquistare una troppo numerosa popolazione, o dare alla repubblica robusti soldati ed esperimentati marinai. Dagli altri due lati, e nell'interno delle terre lo stato pisano veniva rinserrato da quelli di Lucca e di Fiorenza, città abbastanza forti per opporsi ad ogni suo progetto d'ingrandimento. Lucca fu la prima a dar consistenza al suo governo riducendo sotto di sè le vallate vicine; per cui fino nel secolo undecimo trovavasi in guerra con Pisa. Fiorenza per l'opposto era in allora alleata dei Pisani, e Giovanni Villani, storico fiorentino, pretende che i suoi concittadini venissero a custodir Pisa mentre quegli abitanti trovavansi occupati in una spedizione marittima. Aggiunse che i Fiorentini s'accamparono due miglia fuori di Pisa per difenderli dai Lucchesi, avendo proibito sotto pena di morte ai soldati l'ingresso in città per timore che i vecchi e le femmine, rimasti soli in guardia delle mura, non dubitassero della loro fede(415).
L'anno 1133 in cui i Pisani pacificaronsi coi Genovesi, volendo far cosa grata a papa Innocenzo, ed all'imperator Lotario, spedirono la loro flotta nel regno di Napoli contro il re Ruggiero e l'antipapa Anacleto. Noi abbiamo già parlato nel precedente capitolo di questa gloriosa spedizione illustrata dalla scoperta delle Pandette e dalla ruina d'Amalfi.
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