Se avvenimenti di così grande importanza, che dovevano ne' posteriori tempi eccitare tanto interessamento, non trovarono scrittori che ne perpetuassero la memoria, non è da stupirsi che lo stabilimento ed i progressi delle municipalità oscure, le quali procuravano di nascondere al pubblico l'indipendenza che andavano sordamente acquistando, non siano stati registrati in veruna storia. I borghesi rendevansi liberi appropriandosi a poco a poco le prerogative de' principi; combattevano gli abusi con quelle armi medesime che gli avevano introdotti; usurpavano la libertà nella stessa maniera che i gentiluomini avevano acquistata la tirannia; e perchè procuravano di nascondere a' principi, interessati alla loro servitù, i prosperi successi, così non permisero che se ne tramandasse la memoria ai posteri. All'ombra del silenzio andavan sempre introducendosi nuovi privilegi favoreggiati dal tempo; e prima che se ne contestasse il diritto, potevano difenderli coll'uso costante di molte generazioni.
Ma quando le città credettero d'aver acquistata maggior considerazione, cominciarono pure a desiderare maggiore celebrità; ed allora ebbero storici che sforzaronsi di sparger lume sulla prima loro origine, e talvolta di nobilitarle col racconto di favolose tradizioni. Le scritture di questi storici sono tanto più aride, in quanto che vissero ancor essi in tempi assai rimoti; e le cronache del dodicesimo e del tredicesimo secolo, alle quali, allorchè mancano scrittori contemporanei, dobbiamo prestar fede, si contentano, quando rimontano oltre al decimo secolo, d'indicare ogni anno la morte d'un vescovo o d'un santo, la fabbrica di una chiesa, o l'invasione d'un popolo barbaro.
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