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      Una frase loro basta per descrivere un avvenimento, e questa frase è d'ordinario così insignificante, quanto per sè stesso il fatto isolato.
      Col soccorso degli storici stranieri, e sopra tutto dei documenti estratti dagli archivj de' conventi e delle famiglie, i dotti del passato secolo ottennero non pertanto di potere scrivere la storia delle proprie città nel decimo ed undecimo secolo, in modo di appagare la curiosità de' loro concittadini, e la vanità de' loro nobili, ai quali somministrano prove, se non di virtuose opere dei loro antenati, almeno della loro esistenza: ma tali storie cessano d'essere interessanti quand'escono dalle mura della propria città(417). Sono inoltre in qualche maniera intermittenti, se può farsi uso di tale espressione, perchè gli avvenimenti abbastanza circostanziati non si presentano che ad intervalli assai lontani, duranti i quali nulla troviamo che fermar possa la nostra attenzione. Rinunciando adunque ai particolari storici di ogni città i minuti racconti, ci limiteremo ad indicare con alcuni tratti generali ciò che appartiene alle città di Lombardia, della Venezia e della Toscana; i primi elementi di una costituzione repubblicana nella formazione dei loro municipj, il primo acquisto dei diritti di guerra e di pace, il primo impulso dato all'industria ed al commercio, le prime loro contese colla nobiltà, ed il primo ricevimento in seno alle nascenti repubbliche, di questa classe straniera che comunicò alla plebe cui si associava il proprio lustro, e che procurò alle città maggiore considerazione nelle diete dell'impero.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo I
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 281

   





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